70 Resistenza

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Il maggior danno che si può fare al nemico: ritrovarsi con le forze intatte dopo il rastrellamento

Il comandante del II Settore del Cuneese il 12 marzo 1944 impartisce ai comandi di banda dipendenti (in Val Grana, Valle Stura, Velle Gesso) istruzioni dettagliate sulle norme da seguire in vista di un imminente rastrellamento. Al di là delle istruzioni tattiche (posizionamento dei magazzini e dei pezzi d’artiglieria, ricerca preventiva di vie di ritirata ecc.), il punto essenziale è impedire – in modo inflessibile – la fuga: al momento di sbandarsi davanti al nemico, devono essere previsti un momento e un luogo precisi per raccogliere nuovamente le forze. L’esperienza ha insegnato che le formazioni, in condizioni di inferiorità davanti al nemico più numeroso e meglio armato, non possono affrontare un combattimento in campo aperto: compito principale è preservare le forze per poter subito riprendere l’attività offensiva.

[Istoreto, Fondo Fausto Penati, b. AFP 1, fasc. 2, sottofasc. 8]
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